Intervista a Iulia Maria Acris – Chef a domicilio di Home Soul Kitchen

Sin da piccola adoravo il cibo, ma come tutti i bambini, alcune cose non riuscivo proprio a farmele piacere. È stato grazie a mia mamma, che con pazienza e amore mi faceva assaggiare un infinità di sapori e consistenze, che ho sviluppato la curiosità e la voglia di scoprire.

I miei studi come perito aziendale corrispondente lingue estere mi hanno portato sulle prime ad una carriera inerente al turismo, ma è stato proprio in questi anni che ho scoperto la mia passione per la cucina, non solo nel mangiare ma anche a cucinare.

Dopo 5 anni di lavoro in un agenzia turistico-immobiliare, ho deciso che volevo diventare uno chef e cosi mi sono iscritta ad un istituto professionale privato per conseguire un diploma che mi permettesse di entrare a lavorare in una cucina professionale.

La voglia di farcela era tanta ed in cuor mio sapevo che la strada che stavo per intraprendere poteva risultare difficoltosa ma che era la cosa giusta per me. Durante il corso dovevamo svolgere uno stage presso un ristorante ed è stato li che ho conosciuto Chef Mario Missese che poi sarebbe diventato il mio primo mentore in cucina. Dopo lo stage mi hanno proposto un contratto di lavoro e cosi la mia carriera ebbe inizio. Per un anno ho lavorato al fianco di Chef Mario e della sua brigata come commis di cucina tutto fare, anno in cui, grazie alla pazienza e conoscenza dello chef e dei miei colleghi ho imparato le basi, sia della cucina sia dell’organizzazione e la gestione di una cucina professionale.

Ho vissuto per 10 anni a Venezia, la quale mi ha fatto innamorare dei prodotti ittici, che tutt’oggi rimane l’ingrediente che amo di più cucinare. Nella mia carriera ho avuto l’opportunità di lavorare con lo Chef giapponese Hiraki Masakazu, che mi ha insegnato l’arte nipponica della cura del pesce, dalla pulizia alla preparazione e alla cottura.

Lo Chef Andrea Ribaldone con il quale ho avuto l’ opportunità di collaborare per qualche anno è stato colui che mi ha dato la possibilità di conoscere varie tipologie di realtà ristorative e che mi ha permesso di girare per l’italia alla scoperta delle cucine tradizionali e non solo.

L’anno passato a “Casa Perbellini” insieme allo chef Giancarlo Perbellini mi ha insegnato non solo un nuovo modo di percepire la cucina ma anche la possibilità di lavorare in un ristorante stellato dove la cura e l’attenzione al cliente e ai prodotti erano il fulcro del nostro
lavoro.

Il viaggio in Thailandia, dove ho frequentato la scuola di cucina “Thai Cookery School” dello Chef Sompon Nabnian a Chiang Mai, ha influenzato sia il mio modo di cucinare che quello di trattare i prodotti con devozione e amore.

Il progetto di diventare uno Chef a domicilio è nato durante il mio percorso di studi alla scuola professionale che come compito finale aveva una tesina che riguardasse un attività inerente alla cucina che ci piacerebbe intraprendere. Il titolo della tesina era “Soul Kitchen, il cibo dell’anima e la cucina a domicilio”. Sin dagli inizi avevo ben chiaro il mio obiettivo ma sapevo anche che il percorso per arrivare doveva ancora essere scritto. Tutte le esperienze che poi mi si sono presentate nel corso degli anni, aggiungevano un pezzo in più al puzzle che oggi è la mia professione ed il mio percorso.


Ad oggi, la mia filosofia è scegliere i prodotti con cura, creando una rete di piccoli fornitori locali e clienti. Usare prodotti del territorio, raccontare storie di persone che ci mettono amore e passione nel loro lavoro e perchè no, insegnare alle persone che si può mangiare bene anche usando pochi ingredienti, ma di qualità inestimabile.

Per anni ho studiato l’abbinamento dei cibi, perché un prodotto si sposa bene con un altro sulla base dei loro contenuti chimici. Ciò che cucino, oltre a basarsi sulla tradizione, sulla ricerca del prodotto e perché no anche sulla contaminazione culturale ha lo scopo di creare un esperienza unica con abbinamenti particolari, dove ogni piatto è menu è costruito sulle persone in base alle mie conoscenze.

Ingredienti che non possono mancare nella mia cucina sono le verdure e la frutta. Mia mamma ha un orto meraviglioso e mi insegna ogni giorno di quanto possa essere vasto il mondo vegetale, il gusto e le consistenze, le varietà infinite di ortaggi che mi danno la possibilità di creare e “giocare” per creare piatti stagionali, unici ed i dimenticabili.


Per me ogni cliente è unico ed è per questo motivo che li incontro di persona per poter parlare di ciò che desiderano e quali possono essere le loro aspettative da questo tipo di esperienza. Le cose più importanti per poter creare l’esperienza è conoscere le preferenze alimentari, allergie ed intolleranze. E da qui inizia il viaggio, dove io metto al centro la persona e costruisco delle proposte culinarie pensate apposta, mettendo in campo le mie conoscenze, la passione e l’estro.

Generalmente mi lascio ispirare dai clienti, dalla loro storia e dal tipo di esperienza che vogliono creare.

È di fondamentale importanza. Prima prendo in considerazione quali sono le verdure e la frutta che in quel momento la natura ci mette a disposizione, in questo caso l’orto di mia mamma😌, dopodiché chiamo i fornitori di altri prodotti con cui collaboro (macellaio, produttore di formaggi, pescheria ecc) ed in base a quello il menù comincia a prendere forma.


Una delle sfide più ardue, oltre a farsi conoscere, è quella di riuscire a spiegare alle persone che Chef a Domicilio non è uguale a “spendere molti soldi” ma è un percorso ed un esperienza che viene costruita su misura in base a fattori come la disponibilità economica, preferenze e unicità che contraddistingue ognuno di noi.

Mi è capitato di fare una cena a domicilio dove uno dei commensali non gradiva molto i broccoli. Il periodo era quello di transizione tra una stagione e l’altra e la disponibilità di verdure stagionali era un po’ ristretta. Con il consenso del cliente mi sono presa la facoltà di cucinare un secondo piatto che conteneva 6 tipologie di broccoli diversi per colore, consistenza e gusto. Chiaramente la tensione era alta ma ero certa di riuscire a trasmettere al cliente la mia conoscenza. Avendo un prodotto di qualità e trattandolo nella maniera giusta, il piatto è risultato il più buono del menù, per il cliente che non gradiva particolarmente questo prodotto.

I miei menù vengono fatti su misura del cliente, tant’è che non ho dei menù preimpostati ma li
creo in base alle esigenze di ogni cliente. Questo mi permette di non fare mai un menù uguale all’altro.


Sono dell’idea che ogni chef segua una propria linea ed un proprio pensiero. Rimanere aggiornati sulle tipologie di preparazione è importante ma ancor di più è la conoscenza del prodotto, dei fornitori locali e del territorio. A me piace andare a cercare e trovare nuove realtà dove il prodotto è al centro dell’attenzione e accetto sempre consigli ed insegnamenti da parte di chi, nel creare il prodotto riesce a farlo diventare la Sua arte.

L’obiettivo principale è quello di far conoscere me stessa e la mia arte culinaria a più persone possibili per riuscire a creare una connessione tra clienti, fornitori e realtà che sono piccole ma che con poco riescono a fare tanto. Raccontare storie incredibili, per costruire una comunità di persone che lavorano per lo stesso obiettivo.


Che si tratti di amici, familiari o clienti, cucinare per gli altri è donare un pezzo di me, della mia passione e condividere la mia arte. È pura gioia e quando lo faccio sento di essere nel posto giusto al momento giusto.

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